Ti propongo una lettera dell’Ing. Angelo Esposito pubblicata sul Bresciaoggi del 6 gennaio 2009.
Quanto scritto dall’Ing. Esposito rispecchia perfettamente il sentire comune.
Ci sono solo quattro domande che vorrei fare al Sindaco di San Felice, Paolo Rosa. Domande che richiedono una risposta che non può essere "c’è la magistratura che indaga" in quanto sarebbe … una semplice bugia:
1) Quali sono le cause dell’inquinamento dell’acquedotto civico?
2) Quali sono state le prescrizioni che l’ASL ha imposto al Gestore Garda Uno per superare i problemi di inquinamento riscontrati?
3) Le prescrizioni dell’ASL sono state, ad oggi, tutte attuate dal Gestore?
4) Il Sindaco sta costantemente monitorando la situazione e la qualità dell’acqua?
ACQUA E SALUTE
Perchè su S.Felice resta il mistero?
Mercoledì 06 Gennaio 2010 – LETTERE – pagina 45
Spero che anche qualcuno che non abita nel Gardesano ricordi la vicenda dell’inquinamento da fonte biologica dell’acquedotto del Comune di San Felice del Benaco, verificatosi la scorsa estate ed esploso in forma virulenta ed epidemica da circa metà giugno (cioè oltre sei mesi fa). Quasi tutti i residenti e molti turisti sono rimasti intossicati e la natura dell’inquinamento è stata estremamente pericolosa, tant’è che, a detta di alcuni medici, può provocare anche la celiachia. Non si tratta quindi di uno scherzo di poco conto.
Da allora, non sono mai state fornite alla popolazione le risposte alle più che legittime domande rivolte a più riprese e in forme diverse, da cittadini, dal Comitato Acqua Benaco e da Consiglieri Comunali. Ci si trincera dietro la comoda e patetica scusa che è in corso un’indagine da parte della magistratura e quindi non possono essere rilasciate dichiarazioni.
Capisco che Garda Uno sia una Spa di alcuni Comuni del Garda e che il suo Presidente sia un Sindaco di uno dei Comuni consorziati e quindi sia difficile per qualunque Sindaco, indipendentemente dal suo colore politico, mettersi contro la Società, ma bisogna anche tenere ben presente che un Sindaco è la massima autorità locale in tema di sanità e che dovrebbe avere a cuore, innanzitutto, il benessere dei propri amministrati. La salute fisica ne fa certamente parte, ma ne fa parte anche il benessere psicologico che, nel caso specifico, non può che derivare da una informazione corretta, completa, tempestiva e credibile.
Poiché invece è mancata e manca del tutto qualunque informazione concreta, se si eccettua l’ordinanza con cui l’acqua è stata dichiarata nuovamente potabile, non si può che pensare che il comportamento di tutti gli Enti coinvolti non sia stato e non sia per nulla adeguato alla emergenza della situazione.
A tutt’oggi non risulta siano stati effettuati interventi risolutivi atti a prevenire nel futuro, anche prossimo, forme analoghe di inquinamento, forse solamente sopite.
Si apprende invece dalla stampa che Garda Uno ha in programma investimenti negli acquedotti di Gargnano, Salò, Gardone e Manerba. E a S. Felice è stato fatto qualcosa?
Nel frattempo, l’Università degli Studi di Brescia, Cattedra di Gastroenterologia, Spedali Civili di Brescia, ha meritoriamente avviato un monitoraggio su base campionaria sulla popolazione del Comune della durata di sei mesi. Ma a questo siamo ridotti? A cavie da laboratorio su cui studiare gli effetti? Ma le cause, qualcuno le ha individuate e, soprattutto, le ha rimosse?
Le domande sono sempre le stesse: "quali sono i fatti che hanno portato all’inquinamento biologico dell’acquedotto? "Quali interventi tecnico – impiantistici sono stati adottati per rimuoverne in via definitiva le cause, per prevenire il ripetersi del fenomeno e per monitorare efficacemente la qualità dell’acqua? "Quali altri interventi, anche di tipo amministrativo/organizzativo sono stati adottati?
Per quanto riguarda il passato, la magistratura faccia il suo corso e individui responsabilità penali, se ce ne sono, ma ciò non esime gli Enti responsabili coinvolti a tutti i livelli, in particolare: Comune, Asl, Garda Uno, a fornire adeguate, pubbliche e certe garanzie per il presente e per il futuro, che non si possono che basare sulle risposte alle domande sopra elencate.
L’acqua potabile è un bene essenziale irrinunciabile e non possono sussistere dubbi di sorta sulla sua potabilità.
Io e la mia famiglia – e non solo – nel dubbio, stiamo continuando a usare acqua minerale per lavarci i denti e per bollire vivande. Mi risulta che stia proliferando la vendita di depuratori d’acqua per impianti familiari, non so quanto efficaci contro batteri e virus. É questa la qualità del servizio che poveri utenti inermi debbono accettare?
Si discute molto in questi giorni dell’ingresso dei privati nella gestione degli acquedotti. Se il comportamento del pubblico è quello a cui stiamo assistendo, ben vengano i privati!
Ing. Angelo Esposito
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