A processo il 55enne che tentò di uccidere la ex con le forbici

Il giudice dell’udienza preliminare ha respinto la sua richiesta. Angelo Macrì, il 55enne originario di Reggio Calabria accusato del tentato omicidio della compagna andato in scena il 17 agosto dello scorso anno nel negozio di pelletteria di quest’ultima in corso Repubblica a Gardone Riviera, sarà a dibattimento dal 5 aprile.

L’avvocata Valeria Cominotti, difensore dell’uomo ai domiciliari da un mese dopo averne trascorsi cinque in custodia cautelare a Canton Mombello, chiedeva che il suo assistito fosse processato in abbreviato all’esito di una consulenza sul suo computer portatile e dell’acquisizione di documenti contabili. Il gup ha respinto la richiesta, il 53enne così si ritroverà davanti al collegio e alla ex compagna, assistita dall’avvocato Marina Manfredi, tra poco più di un mese.

L’epilogo della relazione tra i due fu davvero violento. Al culmine di una discussione – non la prima, hanno riferito nel corso delle indagini diversi testimoni – stando a quanto ricostruito dagli inquirenti lui la scaraventò a terra, impugnò delle forbici (peraltro a punte tonde) e gliele conficcò nel collo. Poi uscì urlando: «Ora vado dai carabinieri e ti denuncio». Dai Carabinieri l’uomo ci arrivò poco dopo: fu la sua ultima camminata in libertà. Mentre la donna – ucraina di origini, ma italiana di passaporto – lottava tra la vita e la morte, Macrì veniva arrestato con l’accusa di tentato omicidio.

La 42enne fu tempestivamente soccorsa. Le forbici si fermarono a poco dalla giugulare. Lei rimase 15 giorni in coma. Lui nel frattempo le chiese scusa. Il pentimento non gli ha evitato né il carcere, né il processo.

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