La più grossa è una granata da 149 millimetri di nazionalità italiana della Prima guerra mondiale. Poi ventitré granate tedesche da 20 mm, un’altra granata da 40 mm inglese e 610 munizioni per fucile da 7,62 mm. Tutte, queste ultime, risalenti alla Seconda guerra mondiale. Sono questi gli esiti della «battuta di pesca» di mercoledì mattina: un vero arsenale, che pare aver stupito per quantità anche gli stessi addetti ai lavori.
La Marina ha consegnato nelle mani degli artificieri dell’Esercito quanto nella giornata di martedì ha individuato sul fondo del porto Vecchio di Desenzano e nei pressi del ponte alla Veneziana, già nello specchio acqueo del porto Pontili. Tutto il materiale ieri è stato identificato, è stato considerato «trasportabile» (e per fortuna) ed è stato poi trasferito dai militari del Decimo Reggimento Genio Guastatori di Cremona in una cava di Lonato, dove sarà distrutto tra oggi e domani. Sarà fatto brillare tutto tranne le munizioni, che invece saranno smaltite dagli artificieri secondo altri canali. Fine della storia che ha tenuto mezza città col fiato sospeso per quasi una settimana.
Ieri il sindaco Guido Malinverno ha revocato l’ordinanza che aveva firmato sabato con la quale aveva vietato ogni attività legata all’acqua nella zona in cui erano stati individuati gli ordigni sommersi al porto Vecchio, mentre già martedì aveva revocato quella di divieto di accesso al parco del Laghetto (oggi, per inciso, si potrà tenere la commemorazione a Giulio Regeni, in programma alle 16 davanti alla panchina a lui dedicata). Desenzano e il suo centro storico, insomma, tornano alla normalità dopo giorni davvero frenetici, iniziati con il «ripescaggio» dei tre ordigni dal porto Vecchio di sabato: quelli sono stati fatti brillare martedì, ma restavano le bombe già individuate e ancora da recuperare.
Il loro giorno è stato ieri, quello peraltro in cui si è raggiunto il culmine della frenesia. Sullo scivolo della diga Foranea c’era il mondo. C’erano i sub della marina, gli artificieri dell’Esercito, la Croce rossa militare, il Commissariato di Polizia di Desenzano, la Guardia Costiera (che ha seguito le operazioni anche dall’acqua), la Polizia locale, i Carabinieri, personale del Comune, il sindaco Malinverno in persona. Le operazioni sono cominciate attorno alle 11.30 e già a mezzogiorno gli artificieri avevano caricato gli ordigni sul loro mezzo, pronti per il trasporto scortato in cava.
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