C’erano tante persone all’inaugurazione dell’impianto rinnovato e implementato di Centenaro, dai rappresentanti delle istituzioni locali, Sindaci in primis, alle istituzioni provinciali e direttore dell’Ato: segnale di grande attenzione verso le opere infrastrutturali in un campo strategico come quello della depurazione. L’impianto, realizzato alla fine degli anni ’80, era stato dimensionato per una potenzialità massima di 800 AE insufficiente a soddisfare l’attuale carico inquinante in ingresso. Situazione che ha reso necessario l’investimento da parte di Acque Bresciane ad implementazione degli abitanti equivalenti serviti. I lavori, suddivisi in due lotti successivi, hanno previsto dapprima un adeguamento a circa 1.500 AE (in funzione dal mese di agosto 2019) e successivamente un ulteriore sino ad una potenzialità di bacino di circa 3.000 AE.
E’ Mario Bocchio, Consigliere di Acque bresciane ad introdurre la mattinata affiancato dai due Sindaci presenti e interessati, ovvero Roberto Tardani (Lonato del Garda) e Guido Malinverno (Desenzano del Garda), insieme al direttore dell’Ato Marco Zemello e alla Provincia di Brescia rappresentata dal Presidente Samuele Alghisi e dal consigliere delegato al ciclo idrico Giovanni Battista Sarnico.
«Questo è uno dei tanti esempi di sinergia positiva tra gestore del SII e territorio- dichiara Bocchio– Lo abbiamo sperimentato già diverse volte con diversi sindaci. Questi investimenti testimoniano di quanto sia importante il tema della depurazione, non solo da un punto di vista economico, ma anche per la capacità di inserirsi sempre più nel “percepito” quotidiano dei cittadini. Credo sia necessario far sapere ad una platea più ampia possibile la mole di investimenti e competenze tecnico professionali impiegate affinché questi servizi pubblici essenziali siano svolti al meglio». Un richiamo esplicito al ruolo cruciale delle Amministrazioni locali ben rappresentate dai due sindaci. «Con questo depuratore – dichiara il sindaco di Lonato Roberto Tardani – completiamo la messa a norma del nostro sistema fognario. Tutte le opere realizzate hanno comportato una spesa di circa 2,2 milioni di euro con un contributo di Acque Bresciane di circa 500mila euro per il depuratore di Centenaro. Sono investimenti importanti per la tutela dell’ambiente. E con la depurazione delle acque reflue, unita ai recenti interventi volti al risparmio energetico e alla conseguente tutela dell’aria, la nostra amministrazione si afferma in prima fila non come spettatore, ma come attore principale nel conseguire un miglioramento ambientale».
Anche il Sindaco di Desenzano del Garda, Guido Malinverno, esprime soddisfazione per questo risultato che investe anche parte del suo Comune: «inauguriamo insieme al comune di Lonato un progetto iniziato con Garda Uno, che oggi si completa. Molti hanno depuratori non a norma. Sul nostro territorio non è così, grazie a un lavoro di squadra tra Comuni e Acque Bresciane».
Una soddisfazione resa ancora ancora più puntuale dal Consigliere Comunale di Lonato del Garda, delegato ai lavori pubblici, Oscar Papa, il quale conferma che «L’intervento di Centenaro completa l’adeguamento degli impianti di depurazione comunali avviati già dall’amministrazione Bocchio, potenziando quello del capoluogo combinato alla conseguente dismissione del piccolo depuratore della frazione Bettola – Continua Papa– Abbiamo realizzato inoltre numerose estensioni delle reti fognarie nelle frazioni, in particolare nelle frazioni di Brodena, San Polo, San Cipriano e via dei Colli. Sono stati adeguati anche in parte i collettori delle acque bianche sempre nella frazione di Centenaro, che in occasione di forti eventi atmosferici causava allagamenti e danni. Con quest’ultima opera si può affermare che circa il 90% del territorio lonatese è servito da depuratori in piena efficienza e in grado di svolgere il delicato compito della depurazione delle acque reflue».
Note tecniche che lo stesso Vice direttore di Acque Bresciane Mario Giacomelli approfondisce insieme alla collega Fausta Prandini. Ecco di seguito una scheda riassuntiva:
L’impianto, realizzato nel Lotto 1, è costituito dalle seguenti fasi di trattamento:
- Grigliatura fine (n°1 unità con predisposizione per seconda macchina per il futuro ampliamento a 3000 AE);
- Sollevamento iniziale (n°1 unità e dotato di due pompe, di cui una di riserva attiva, e predisposto per una terza pompa per il futuro ampliamento a 3000 AE);
- Dissabbiatura (n°1 unità);
- Partitore di portata (n°1 unità);
- Trattamento biologico per la rimozione dell’azoto (n°1 unità);
- Sedimentazione secondaria (n°1 unità);
- Disinfezione chimica (n°1 unità);
- Digestione anaerobica dei fanghi (n°1 unità).
Le unità di trattamento comuni ai due lotti sono già dimensionate per una potenzialità di 3.000 AE. Tali fasi comprendono i pretrattamenti iniziali, la disinfezione finale e la linea di trattamento dei fanghi. L’impianto è inoltre dotato di automazioni per garantire una flessibilità gestionale e per garantire il rispetto costante dei limiti allo scarico.
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