Anche se prete deve riconoscere la figlia nata nel 2017 da una relazione con una donna residente sul Garda. Così ha deciso la Sezione civile del tribunale di Verona ribaltando quanto stabilito due anni fa. Nel 2021 infatti il Gip aveva accolto la richiesta della Procura di Verona che sosteneva che il prete non potesse essere costretto a riconoscere la bambina in quando religioso consacrato.
La sezione civile del tribunale scaligero – secondo quanto riportano diversi media – ha invece condannato il prete al riconoscimento coattivo della figlia perché l’interesse per il bene del soggetto più debole, cioè la piccola, viene prima della condizione di religioso dell’uomo. Quest’ultimo dovrà anche versare alla donna circa 10mila euro di arretrati per il mantenimento.
La relazione tra i due era nata nel 2015 sul Garda, luogo di residenza della donna di un paio di anni più giovane del parroco. Dopo la nascita della bambina nel 2017 l’uomo non aveva mai negato di esserne il padre ma aveva rifiutato di riconoscerla legalmente e aveva iniziato a versare una somma mensile per il suo sostentamento. Dopo la confessato ai superiori di quanto accaduto il prete ha ottenuto di poter continuare il proprio ministero ma è stato trasferito in Friuli.
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