La certezza, al momento, è soltanto il caos. Dopo lo stop del Cda di Acque Bresciane e le dimissioni del presidente Gianluca Delbarba, infatti, il progetto del nuovo depuratore del Garda (Montichiari-Gavardo) è oggetto di un braccio di ferro sempre più duro tra sostenitori e oppositori. Anche a livello istituzionale.
Nelle scorse ore, infatti – così scrive il Gdb – il commissario straordinario dell’opera (il prefetto di Brescia Maria Rosaria Laganà) ha scritto ad Acque Bresciane sollecitando i vertici – a partire dal presidente pro tempore Mauro Bocchio – ad approvare l’opera entro 10 giorni, pena azioni di responsabilità. Ma dall’alto è arrivato un mezzo stop. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, ricevendo a Roma alcuni esponenti politici bresciani e i rappresentanti del Presidio 9 agosto, ha infatti annunciato che convocherà un tavolo tra le istituzioni coinvolte per trovare una soluzione condivisa. Pur non prendendo posizione sulla richiesta di revocare il commissariamento e restituire la delega in materia alla Provincia di Brescia.
Due posizioni in apparenza inconciliabili, che rendono quanto mai incerto il futuro di un’opera che da sette anni divide Brescia. Avanti tutta o si riparte da un nuovo progetto? La risposta al momento non c’è.
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