Sarebbe “sparito” il prete con seconda casa a Desenzano che nei giorni scorsi è finito all’attenzione dei media locali e nazionali per vicende legate a sesso a pagamento, presunte minacce, consumo e presunto spaccio di droga. A riportarlo sono le edizioni odierne di Bresciaoggi e del Corriere della Sera, secondo cui le forze dell’ordine non sarebbero riuscite a notificargli i provvedimenti circa l’avvio delle indagini a suo carico.
SESSO E DROGA: CHI E’ IL SACERDOTE?
Secondo quanto si apprende, il protagonista della vicenda è un prete di 65 anni. L’uomo era operativo in una parrocchia del Basso Garda che fa riferimento alla diocesi di Verona fino a giugno dello scorso anno, quando aveva rinunciato all’incarico “per motivi di salute”. Il sacerdote aveva però una seconda abitazione a Desenzano, dove si sarebbero consumati i fatti contestati.
DI COSA E’ ACCUSATO?
Stando a quanto si apprende, il prete avrebbe agganciato un barista 31enne venezuelano su una app di incontri gay proponendogli rapporti sessuali a pagamento. I due ne avrebbero consumati diversi nei mesi successivi, ma gli ultimi non sarebbero stati pagati e il sacerdote – secondo quanto denunciato dal 31enne – sarebbe passato alle minacce verbali.
Il secondo episodio, per cui non risultano denunce, è quello avvenuto pochi giorni fa a Desenzano, quando un transessuale avrebbe minacciato di lanciarsi dalla finestra dell’abitazione del sacerdote e sarebbe poi fuggito nudo.
Nella successiva perquisizione dell’abitazione del prete sarebbero spuntati anche sei grammi di cocaina e – secondo alcune fonti – anche un bilancino di precisione. Il sacerdote è accusato di minacce e possesso di droga ai fini di spaccio.
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