▼ Spagna, Marocco, Svizzera, Est Europa: dove è finito Giacomo Bozzoli?

La domanda che tutti, a partire dagli investigatori, si stanno facendo è una sola: dove è finito Giacomo Bozzoli? Come noto, l’1 luglio l’imprenditore valtrumplino è stato condannato in via definitiva per l’omicidio dello zio Mario Bozzoli, bruciato nel forno della fonderia di famiglia a Marcheno (8 ottobre 2015). Ma quando, la stessa sera, i carabinieri si sono presentati a casa sua, a Soiano del lago, per accompagnarlo in carcere era sparito da giorni. Insieme a compagna (Antonella Colossi) e figlio, che sono tornati a Brescia soltanto ieri.

DOVE POTREBBE ESSERE?

Dove si trova dunque Giacomo Bozzoli? La certezza è che il 23 giugno (tra le 5 e le 6 di mattina) la sua Maserati è stata segnalata a Manerba e Desenzano. Inoltre, secondo quanto ricostruito poi, il 30 giugno il documento di Bozzoli era registrato in un hotel di Marbella (Spagna), mentre dal 2 al 4 luglio compagna e figlio avrebbero soggiornato in un altro  albergo della zona. Ma l’anomalia è che il documento di Giacomo Bozzoli risulterebbe registrato in quell’hotel dal 20 giugno, cioè tre giorni prima dell’avvistamento dell’auto sul Garda (circostanza che fa ipotizzare un depistaggio).

Dal 30 giugno, di certo, si sono perse le sue tracce. A quanto si apprende Giacomo aveva il passaporto scaduto, ma potrebbe averne ottenuto un secondo e – grazie a quello – essere volato in qualunque posto del mondo.

LA PISTA MAROCCHINA, QUELLA SVIZZERA E LE ALTRE

Una delle ipotesi in apparenza più ragionevoli dal punto di vista logico – se quello spagnolo non è un depistaggio – è che Giacomo abbia scelto Marbella, non lontano da Gibilterra, per arrivare in Marocco, magari nelle enclave iberiche di Ceuta e Melilla (in cui già si erano rifugiati diversi latitanti). Un’altra ipotesi è che il 38enne si trovi in Svizzera, dove potrebbe aver aperto un conto negli anni precedenti. Stando a quanto riporta Bresciaoggi, infatti, in una pizzeria Giacomo e compagna avrebbero chiesto di pagare in franchi perché sprovvisti di euro e di carte di credito. La terza ipotesi è quella dell’Est Europa, dove l’imprenditore aveva diverse conoscenze. Ma ogni opzione, al momento, è aperta. Compresa quella che il condannato abbia raggiunto un Paese in cui l’estradizione verso l’Italia è impossibile o molto complicata (Seychelles, Capo Verde, Namibia, Madagascar, Nepal, Cambogia, Malesia, Giamaica e Belize, Emirati Arabi Uniti).

TUTTO PROGRAMMATO?

A quanto si apprende tutto potrebbe essere stato programmato nei dettagli. Nell’abitazione di Soiano, infatti, sarebbero stati trovati i cellulari (spenti), mentre non sarebbero state individuate tracce di movimenti bancari anomali. Segno che Giacomo aveva accantonato molto contante, oppure aveva appoggi o conti bancari “puliti” a cui attingere. Di certo le disponibilità finanziarie non erano un problema per lui, che viveva in una costosa villa a Soiano e guidava una vettura da oltre 100mila euro.

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