E’ stato trasferito in Veneto, e ora si troverebbe in una località ignota del centro Italia, il sacerdote 65enne – con casa a Desenzano – che avrebbe avuto prestazioni sessuali (a pagamento, salvo poi non saldare il “conto”) con numerosi uomini agganciati in chat e avrebbe consumato droga in loro presenza. Ma non si hanno notizie certe su dove si trovi in questo momento.
Il sacerdote era stato prima denunciato per presunte minacce da un 31enne venezuelano conosciuto su Grindr (nota app di incontri omosessuali). Stando al racconto fatto dal sudamericano e riportato dall’edizione bresciana del Corriere, il prete avrebbe avuto incontri (in tre diversi luoghi del Garda) anche con più ragazzi in contemporanea e nella sua abitazione – oltre a crocifissi e quadri con tema religioso – sarebbe stato presente un armamentario completo di sex toys (vibratori, falli in gomma e strumenti sadomaso), oltre alla droga visto che il prete “fumava crack”.
Pochi giorni dopo il 65enne era finito nuovamemente nei guai quando un trans era fuggito nudo dalla finestra di casa sua (ma in questo caso non sarebbe stata sporta denuncia). Da allora il sacerdote risulterebbe irreperibile. Tanto che l’avvocato del 31enne – sempre secondo quanto riporta il Corsera – avrebbe inviato tre raccomandate al prete “ma sono tornate al mittente per irreperibilità del prete”, decidendo poi di scrivere direttamente alla Diocesi di Verona.
L’articolo ▼ Sesso, sex toys, droga e crocifissi: che fine ha fatto il sacerdote? proviene da BsNews.it – Brescia News.
Vai articolo originale: https://bsnews.it/2023/08/23/sesso-sex-toys-droga-e-crocifissi-che-fine-ha-fatto-il-sacerdote/