▼ San Felice, l’ex sindaca sapeva di essere incandidabile prima del voto?

Le domande che aspettano ancora risposta sono due. Per quale motivo Lorenza Baccolo – sindaco decaduto di San Felice – era teoricamente incandidabile, come da lei stessa dichiarato? Una questione non da poco, visto che nel ventaglio delle possibili motivazioni teoriche rientrano incompatibilità per questioni poco più che formali, ma anche anche conflitti di interessi e condanne per reati gravi (ipotesi che, va detto, non sembra riguardare questo caso). E ancora: Baccolo ha scelto di candidarsi anche se sapeva, dunque esponendo il proprio Comune al rischio di concretizzare quanto poi accaduto (un caso unico nella recente storia bresciana), oppure l’ha scoperto soltanto dopo il voto?

Il segretario comunale – stando a quanto si apprende – non avrebbe fornito le risposte dettagliate alle minoranze, incontrate nelle scorse ore. Né lo ha fatto pubblicamente – almeno per il momento – l’interessata, che si è limitata (in una nota) a prendersela con le “ipotesi” avanzate da alcuni dopo 40 giorni senza la convocazione di un consiglio comunale e senza spiegazioni (non sarebbe bastato dire da subito tutto per troncarle sul nascere?).

Resta da capire se davvero le attuali normative non consentano a un cittadino di conoscere nel dettaglio per quale ragione un sindaco eletto fosse potenzialmente incandidabile, una condizione che ha determinato la necessità di nuove elezioni (anche se la decadenza, dal punto di vista formale, è stata determinata dalle dimissioni dei consiglieri e non dall’ineleggibilità). Ma al di là delle questioni di diritto rimangono quelle morali. L’attività del Comune è stata bloccata per 40 giorni e ora c’è un commissario – invece di una maggioranza eletta – a guidare l’ente fino a nuove elezioni, che oltretutto avranno un costo per l’intera collettività. I cittadini, a nostro modesto avviso, hanno il “diritto” di avere risposte ai due quesiti con cui si è aperto questo articolo. Il silenzio alimenta soltanto dubbi e “ipotesi”.