La presenza della ‘Ndrangheta in provincia di Brescia è sempre più forte e il Garda rimane il contesto geografico più a rischio. A confermarlo – secondo quanto informa il Corriere della Sera – c’è anche il provvedimento firmato nei giorni scorsi dal sindaco di Sirmione che, sentita la Prefettura, ha emesso un’ordinanza interdittiva per ordinare a un market situato all’interno di un campeggio “la cessazione immediata dell’attività di esercizio di media o grande struttura di vendita del market”.
Stando a quanto riporta il giornale, infatti, sul supermercato avrebbe posato gli occhi la criminalità organizzata, che era interessata a realizzare in quel luogo una sala per il gioco d’azzardo con il fine di riciclare denaro.
Tutto sarebbe partito da un’indagine della Direzione antimafia di Catanzaro sul clan Megna di Crotone. Durante le indagini – grazie a un pentito – è emerso che un nipote del boss avrebbe preso contatto con il proprietario del camping (definito dai pentiti contiguo alla cosca e oggi ai domiciliari nel Mantovano) proprio per esplorare l’ipotesi di realizzare in loco una grande sala slot. Ma ora è arrivato lo stop da parte delle autorità.
Il Garda, lo ricordiamo, è ormai da anni meta di affari per la criminalità organizzata italiana. Proprio a Sirmione, in passato, aveva “soggiornato” il boss Giuseppe Graviano (Cosa Nostra), mentre una villa di Padenghe sarebbe stata sede di relazioni tra esponenti della Sacra Corona Unita per supportare la latitanza di un altro boss.
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