Hanno dato risultati significativi i nuovi scavi – finanziati dalla Regione Lombardia con circa 40mila euro – nel sito palafitticolo del Lucone di Polpenazze, sul lago di Garda, che dal 2011 fa parte del patrimonio mondiale dell’Unesco. Sul posto, dal 29 luglio fino alla giornata di oggi, sono stati impegnati una 30 di persone tra archeozoologi, paleobotanici, studenti universitari (Padova, Verona, Pavia, Roma) e volontari, sotto il coordinamento di Marco Baioni, direttore del Museo archeologico della Valsabbia.
“La campagna – secondo quanto informa il consigliere regionale Floriano Massardi (Lega), tra i presenti alla conferenza – era indirizzata a scavare i livelli che separano l’incendio che ha concluso la prima fase di vita dell’abitato e la seconda fase dell’abitato stesso. I livelli che in teoria dovevano essere molto meno ricchi di quelli scavati negli anni scorsi hanno invece restituito materiali di notevole interesse, sia faunistico che archeologico in senso stretto, soprattutto per quanto riguarda i materiali in legno”.
Tra i nuovi ritrovamenti si segnalano il carapace di una tartaruga Emys orbicularis (con due fori ai lati che rimandano a un possibile utilizzo per altri scopi, forse per fare musica come gli antichi greci), un osso di cane trasformato in punteruolo, ossa di mucca, vasi di diversa dimensione e fattura, falcetti per lavorare il frumento (di cui sono stati trovati manici e lame) e un’impugnatura lignea il cui utilizzo è invece ancora da chiarire. La certezza, però, è che hanno tutti oltre 4mila anni, perché il villaggio fu abitato all’incirca attorno al 2mila A.C.
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