Spetta agli inquirenti in queste ore cercare di far luce quanto più possibile su ciò che è accaduto venerdì sera in un appartamento di via XXIV maggio a Sirmione: è qui che attorno alle 19 è stata violentemente picchiata Nerina Fontana, deceduta poche ore dopo alla Poliambulanza di Brescia dove era stata trasportata d’urgenza in eliambulanza già in gravissime condizioni.
La donna, 72 anni, viveva con il figlio 45enne Ruben Andreoli e sua moglie, una donna di origine ucraina. Potrebbe essere stata proprio l’intenzione di un viaggio nel Paese ora in guerra con la Russia a scatenare l’aggressione omicida che sarebbe stata compiuta dall’uomo ai danni della madre. Una furia, calci e pugni sferrati contro la donna brutalmente, prima negli ambienti interni della casa, poi sul balcone, tanto da lasciare inconfondibili scie di colore rosso. Alla terribile scena avrebbero persino assistito alcuni passanti che hanno allertato le forze dell’ordine.
Accompagnato in caserma dai carabinieri di Sirmione, Ruben Andreoli – assistito dall’avvocato d’ufficio Matteo Raffaglio fino all’arresto per omicidio volontario disposto dal pubblico ministero Ettore Tisato che ha coordinato le indagini – si è chiuso nel silenzio, almeno fino a quando ha ricevuto la notizia del decesso della madre. Solo allora, forse, ha compreso la portata dell’immane tragedia di cui si sarebbe reso responsabile ed è crollato. L’interrogatorio di convalida del fermo è in programma domani mattina alle 9.30 e secondo alcune fonti sarebbe già stata presa in considerazione l’ipotesi di una consulenza psichiatrica.
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