▼ Legambiente boccia il Garda bresciano: “Fortemente inquinati 5 punti su 6”

Primi bilanci per i laghi lombardi monitorati da Goletta dei Laghi di Legambiente. Si parte con il Lago di Garda: i primi monitoraggi effettuati da Legambiente sul bacino lacustre, sponde veneta e lombarda, mostrano varie criticità e in alcuni punti un peggioramento rispetto ai risultati delle analisi microbiologiche effettuate nel 2023. Sui complessivi 12 punti campionati, risultano fortemente inquinati tre foci su sei sulla sponda veronese del Garda (Marra, Bosca e Rielo) e ben cinque punti su sei sul versante bresciano del bacino lacustre (foce del canale nei pressi della spiaggia in località Le Rive a Salò, foce del torrente nei pressi del porto a Padenghe sul Garda, foce del Rio Lefà in località Roina a Toscolano Maderno, foce del rio nell’Oasi San Francesco del Garda a Desenzano del Garda e foce del torrente in località Santa Maria di Lugana a Sirmione).

Per quanto riguarda il confronto con i dati rilevati nel 2023 negli stessi punti, quest’anno peggiorano cinque punti su sei sul Garda lombardo (tutti tranne la foce del Rio Lefà in località Roina a Toscolano Maderno, che anche lo scorso anno aveva mostrato concentrazioni al di sopra dei limiti di legge) e tre punti su sei sul versante veneto, non solo in relazione all’anno precedente ma anche rispetto al 2022 (foci dei torrenti Marra, Bosca e Rielo).

Il dettaglio delle analisi microbiologiche effettuato sulle acque del Lago di Garda versante lombardo.

In data 12 giugno 2024, i volontari e le volontarie di Legambiente hanno campionato sei punti sul lago di Garda sponda lombarda. Come nel caso dei campionamenti effettuati sul Garda veneto, anche per questo monitoraggio sono state prese in considerazione sei foci, tutte in provincia di Brescia. Tra tutti i punti campionati, solo uno è risultato entro i limiti di legge per i due parametri escherichia coli ed enterococchi intestinali, nello specifico la foce del torrente Toscolano sul lungo-lago di Toscolano Maderno. Le altre cinque foci sono invece risultate fortemente inquinate: la foce del canale nei pressi della spiaggia in località Le Rive a Salò, la foce del torrente nei pressi del porto a Padenghe sul Garda, la foce del Rio Lefà in località Roina a Toscolano Maderno, la foce del rio nell’Oasi San Francesco del Garda a Desenzano del Garda e la foce del torrente in località Santa Maria di Lugana a Sirmione. É interessante notare come negli anni, tutti questi punti abbiano mostrato criticità. Meritevole di segnalazione è anche il fatto che nel 2023, gli stessi monitoraggi effettuati sulle acque della sponda lombarda del Garda abbiano mostrato risultati differenti: era infatti risultata inquinata solo la foce del rio Lefà, mentre gli altri punti erano caratterizzati da concentrazioni al di sotto dei limiti di legge. Per quanto riguarda la presenza di cartelli di divieto di balneazione, i volontari e le volontarie ne hanno notati in due punti sui sei campionati: foce del canale nei pressi della spiaggia in località Le Rive a Salò e la foce del torrente nei pressi del porto a Padenghe sul Garda.

Il dettaglio delle analisi microbiologiche effettuato sulle acque del Lago di Garda versante veneto.

Il 19 giugno 2024, i volontari e le volontarie di Legambiente hanno campionato 6 punti nelle foci di fiumi o torrenti in provincia di Verona, tutti collocati sulla sponda veneta del lago di Garda. Nello specifico si tratta della foce del torrente Gusa a Garda, la foce del torrente San Severo a Bardolino, la foce del torrente Marra e del torrente Bosca a Lazise, la foce del Rio Dugale dei Ronchi a Castelnuovo del Garda e la foce del torrente Rielo a Peschiera del Garda. Tre foci su sei – torrente Gusa, San Severo e Rio Dugale dei Ronchi – sono risultate con concentrazioni escherichia coli ed enterococchi intestinali nei limiti di legge. Per offrire un paragone con i risultati dei dati monitorati negli anni precedenti, si segnala che le medesime sono risultate a norma anche nei monitoraggi effettuati da Goletta dei Laghi nel 2023 e nel 2022. Le foci rimanenti, ossia quelle dei torrenti Marra, Bosca e Rielo, sono invece risultate fortemente inquinate nel monitoraggio 2024 di Goletta dei Laghi. Si tratta di dati in peggioramento rispetto a quelli raccolti nei monitoraggi 2023 e 2022, che invece mostravano risultati – per tutte e tre le foci – entro i limiti di legge.

Continuando con la panoramica dei dati storici, il monitoraggio 2019 sulle acque della foce del torrente Rielo mostrava risultati a norma. Diversa la performance delle analisi effettuate nel 2021 sulle foci dei torrenti Marna e Bosca, che invece sono risultate rispettivamente “inquinata” e “fortemente inquinata”. Altro elemento da segnalare è che nel corso dei campionamenti effettuati, le volontarie e i volontari non hanno notato nella maggior parte dei punti di prelievo la presenza di cartelli indicanti il divieto di balneazione, una segnaletica che invece è obbligatoria nelle foci e nei tratti non balneabili. Questa tipologia di avviso era presente solo nel punto delle foci dei torrenti Marna e del Rio Dugale dei Ronchi. Un altro aspetto notato da chi ha partecipato alle attività di campionamento, è quello relativo all’abbandono di rifiuti (in particolare mozziconi di sigarette), un fenomeno che purtroppo è stato rilevato in tutti i punti di prelievo.

 

Commento dei dati. Per entrambe le sponde campionate del Garda, le differenze di risultati riscontrate da un anno all’altro potrebbero dipendere dalle particolari condizioni meteorologiche influenzate dai cambiamenti climatici. Il biennio 2022-2023 è stato particolarmente siccitoso nelle zone oggetto del campionamento, difatti una parte dei torrenti non aveva una portata sufficiente per arrivare a sfociare nel lago, di conseguenza il carico inquinante non arrivava. Quest’anno invece, è risultato molto piovoso e talvolta caratterizzato da eventi estremi. Questo tipo di fenomeni metereologici influiscono sul funzionamento del sistema di raccolta e di depurazione delle acque reflue che, tramite il sistema del troppo pieno, si riversano nelle acque dei corpi ricettori (fiumi o laghi).

Focus depurazione. Quest’anno ricorrono i trent’anni della Legge Galli che, nel 1994, rivoluzionò l’organizzazione del servizio idrico integrato, prevendendo una gestione unitaria e integrata per l’insieme dei servizi di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e depurazione delle acque reflue. È proprio quest’ultima la parte del ciclo su cui si concentrano le campagne di Goletta Verde e Goletta dei Laghi. La depurazione resta uno dei tasti dolenti nel nostro Paese, con 910 agglomerati per i quali sono state rilevate situazioni di non conformità ai requisiti della Direttiva sulle acque reflue (91/271/CE). Secondo gli ultimi dati disponibili del MASE (dicembre 2023) in Lombardia ci sono ancora 127 agglomerati in procedura di infrazione, secondo la valutazione di conformità espressa dalla Commissione Europea.

Il monitoraggio scientifico. I prelievi di Goletta dei laghi vengono eseguiti da tecnici, volontari e volontarie di Legambiente. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli).

LEGENDA

Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:

INQUINATO: Enterococchi Intestinali > 500 UFC/100ml e/o Escherichia Coli > 1000 UFC/100ml

FORTEMENTE INQUINATO: Enterococchi Intestinali > 1000 UFC/100ml e/o

Escherichia Coli >2000UFC/100ml

 

È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo lungo le sponde dei nostri laghi, rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano nei bacini lacustri. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.

I COMMENTI

A fare il punto sulle analisi delle acque gardesane – versanti veneto e lombardo – è stato oggi il portavoce della Goletta dei Laghi di Legambiente, Mirko Laurenti, intervenuto nella conferenza stampa organizzata a Sirmione (BS) insieme a Elena Ferrario – vicepresidente Legambiente Lombardia. Tra i partecipanti anche Luisa Lavelli – sindaca del Comune di Sirmione, Cristina Milani e Paolo Bonsignori del circolo Legambiente “Per il Garda” e Gianluigi Gambe – Unione Pescatori Sportivi del Garda.

“Sarà importante dare seguito a questi risultati con provvedimenti che mettano al centro la tutela della salute pubblica e la salvaguardia dei fragili ecosistemi lacustri – commenta Mirko Laurenti, portavoce della Goletta dei Laghi di Legambiente. La cronaca di questi ultimi giorni riporta che in una zona collocata sulla sponda veneta del Garda è stato vietato l’uso di acqua potabile a seguito di vari casi di gastroenteriti causati da un virus. L’aspetto che ci colpisce e che avvalora la necessità di interventi immediati sul lago è proprio il sospetto che sia stato l’innalzamento del livello del Garda ad aver influito sulla contaminazione dell’acqua della rete acquedottistica. É noto poi che il consumo di suolo continui a essere un grosso pericolo su cui agire per evitare il rischio idrogeologico”.

“Il lago di Garda costituisce un patrimonio idrico, economico e ambientale fondamentale non solo per la Lombardia o il Veneto ma a livello italiano ed europeo – commenta Luigi Lazzaro, presidente Legambiente Veneto. Un patrimonio già oggi gravato sia dagli effetti dei cambiamenti climatici sia dalle numerose pressioni antropiche che insistono su di esso: dal turismo di massa agli episodi di inquinamento e fino ai prelievi idrici per scopi industriali e agricoli. Le acque e il territorio del lago non possono conoscere confini amministrativi, regionali o provinciali, per questo Legambiente da sempre sostiene la necessità di una valutazione unitaria che porti alla condivisione di tutti i piani e i progetti che possono avere ricadute a livello ecosistemico e/o di area vasta”.

Dopo la conferenza stampa di oggi, la prima che inaugura la tappa lombarda di Goletta dei Laghi, Legambiente passerà al vaglio del lago di Iseo (BS) con un focus sull’omonimo lago, il 6 luglio a Porto Ceresio (VA) per presentare i dati del monitoraggio sul Lago Ceresio, successivamente a Bellano (LC) con il focus sul Lago Lario e chiuderà le tappe lombarde il 9 luglio a Laveno-Mombello (VA), dove protagonista sarà il Lago Maggiore.

“Da anni Goletta dei Laghi prova ad affrontare le criticità segnalate dai cittadini o dai circoli Legambiente. Come ripetiamo sempre, le nostre analisi non danno patenti di balneabilità ma sono utili ad individuare le acque non depurate che ancora si riversano a lago dagli sfioratori di piena o provenienti dall’entroterra – dichiara Elena Ferrario, vicepresidente Legambiente Lombardia. Il lago di Garda ha una pressione antropica molto alta dovuta all’eccessiva cementificazione e ai 9 milioni di turisti che solo sulla sponda lombarda si riversano ogni stagione sulle spiagge gardesane. Una situazione questa in cui massima deve essere l’attenzione alla qualità delle acque. Come ci dice l’Europa nella direttiva 2000/60/CE, tutte le acque devono essere di buona qualità, non solo dove ci si bagna. Per questo monitoriamo anche le foci dei fiumi e le acque dei porti”.

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