Inizierà l’11 aprile il processo a carico di Dumutru Stratan, il 35enne di origine moldava che si trova in carcere da gennaio dello scorso anno con l’accusa di aver ucciso brutalmente l’ex fidanzata, la 23enne Yana Malaiko, e di averne poi nascosto il cadavere. Un omicidio che, secondo l’accusa, fu premeditato.
Stando alla prima ricostruzione, il 20 gennaio del 2023, la giovane – la cui famiglia è originaria di Romano di Lombardia, nella Bergamasca – sarebbe stata attirata in una trappola dall’ex con la scusa di affidarle un cane in difficoltà. Il delitto si è consumato in un appartamento di Castiglione delle Stiviere (Mantova), dove il 35enne l’ha massacrata a colpi di mazza e poi soffocata. Poi lui l’ha caricata in auto in una valigia, portandolo in campagna per disfarsene. Ma l’atroce sospetto è che la 23enne fosse ancora viva in quel momento. Il cadavere fu ritrovato dieci giorni dopo, l’1 febbraio 2023, nelle campagne tra Lonato e Castiglione.
Per il 35enne – che ha ammesso l’omicidio, ma non l’intenzionalità – i giudici hanno respinto la richiesta di rito abbreviato, che avrebbe comportato lo sconto di un terzo della pena. Rischia l’ergastolo.
Nel frattempo la tragedia si sta trasformando in speranza grazie all’associazione “Yana – You Are Not Alone”, che ha dato vita al progetto “Yana Casa”. L’obiettivo è realizzati due alloggi protetti dedicati all’accoglienza temporanea – in vista di una futura assegnazione definitiva – delle donne vittime di violenza di genere. Una delle caratteristiche sarà la presenza di un impianto moderno di videosorveglianza e allarme, con sensori e pulsanti nascosti per la richiesta di aiuto.
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