Battuta d’arresto nella realizzazione del maxi progetto della ciclovia del Garda, l’infrastruttura ciclopedonale che dovrebbe coprire l’intero perimetro del lago di Garda, coinvolgendo ben tre regioni e numerosi comuni che si affacciano sul Benaco.
Molte le polemiche attorno all’opera, che come è ben noto è stata criticata non soltanto per i costi esorbitanti, ma anche per il rischio idrogeologico e per l’impatto ambientale e paesaggistico. Nonostante le prime stime parlassero di un costo che si aggirava sui 344 milioni di euro, ora secondo il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda i costi sarebbero triplicati.
E mentre i fautori della ciclovia si scontrano con il fronte dei detrattori, composto da ambientalisti, amministratori, geologi e pure turisti e semplici cittadini, si fanno i conti con la complessità del territorio e una burocrazia che rallenta il progetto.
Se per i lotti che collegano Sirmione a Padenghe e Padenghe a Salò sono già stati affidati gli appalti per i lavori, per quanto riguarda il lotto che collega Salò a Limone – dove inizia il percorso, già realizzato, che comprende anche un tratto a sbalzo sul lago che offre una vista mozzafiato – non vi è ancora un progetto.
Nei primi due casi si tratta in sostanza di adeguare tracciati già esistenti, ma il percorso tra Salò e Limone del Garda presenta diverse difficoltà, tra cui la presenza di molte gallerie e falesie, oltre ai noti rischi di eventi franosi. Tra le ipotesi avanzate per risolvere la questione anche quella di optare per un servizio di trasporto in battello.
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