I passaggi sulla sponda bresciana sono da record, ma continua a suscitare polemiche il progetto della Garda by bike, la “ciclabile dei sogni” che a regime dovrebbe permettere di percorrere a piedi o su dueruote tutto i 160 chilometri del perimetro del Benaco.
Al momento, come noto, è aperto soltanto il suggestivo tratto di pochi chilometri che da Limone sul Garda porta a Riva. Il prossimo segmento ad inaugurare dovrebbe essere proprio quello trentino, lungo 5.4 chilometri.
Ma l’impatto e i costi dell’opera fanno discutere. Nei giorni scorsi, infatti, il Coordinamento Interregionale per la tutela del Garda (di cui fanno parte Italia Nostra, Wwf, Legambiente, Tavolo Ambiente Garda, Gaia, Sal e altri gruppi) ha presentato un nuovo esposto alla Corte dei conti di Trento. L’impegno per la realizzazione, infatti, sarebbe passato dai 25 milioni previsti nel 2018 a ben 69,8 milioni.
Di questo passo, riferiscono gli ambientalisti, i costi totali dell’opera (344 milioni) rischiano di triplicare, arrivando a un miliardo di euro. A questo, poi, si sommano i rischi ambientali e per l’incolumità delle persone: un problema messo in evidenza anche dalle recenti frane, come quella avvenuta a Limone.
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