Ora Giacomo Bozzoli è ufficialmente ricercato in tutto il mondo. La Procura ha spiccato infatti un mandato di arresto internazionale a suo carico dopo che il 38enne si è reso irreperibile in seguito alla condanna definitiva all’ergastolo per l’omicidio dello zio, avvenuto l’8 ottobre 2015. Ma diversi elementi portano a dire che la latitanza dell’imprenditore potrebbe essere molto breve.
LA SCOMPARSA E LA POSSIBILE FUGA
Come noto, lunedì i Carabinieri si sono presentati alla sua abitazione di Soiano del lago per l’arresto, ma all’interno non c’era nessuno e l’erba del giardino era alta. Stando a quanto, si apprende Giacomo Bozzoli, la compagna (la gallerista Antonella Colossi) e il figlio piccolo mancherebbero di casa da una decina di giorni. Potrebbero essersi allontanati insieme. Di certo c’è il passaggio della Maserati Levante di Giacomo tra Manerba e Desenzano poco dopo le 5 di mattina di domenica 23 giugno.
LE INDAGINI
Giacomo Bozzoli non era intercettato e pedinato, né gli era stato ritirato il passaporto. Ma il processo a suo carico era indiziario e non c’erano elementi concreti che ne indicassero la pericolosità sociale o il pericolo di fuga. Nelle scorse ore gli investigatori hanno passato al setaccio anchee i luoghi di lavoro e le seconde case di Bozzoli e compagna (tra Marcheno, Bedizzole, Ortisei), oltre a perquisire la villa di Soiano (accompagnati dal fratello Alex). Le indagini, quindi, proseguono con il supporto della tecnologia. Sotto la lente ci sono così i cellulari di tutta la famiglia e i movimenti bancari. Al momento non si segnalerebbero movimenti particolari.
DOVE SI TROVA E COSA RISCHIA
Difficile dire con certezza dove si trovi ora Giacomo. Un parente della compagna aveva spiegato ai media che l’intera famiglia si troverebbe in una imprecisata località della Francia. Ma potrebbe essersi trattato di un tentativo di depistaggio da parte del 38enne. Nel caso si trovi in Europa, comunque, Giacomo rischia di essere arrestato e portato in un carcere in attesa dell’estradizione. Più difficile ipotizzare che i tre abbiano raggiunto uno Stato che non ha accordi di estradizione con l’Italia, dato che il passaporto dell’uomo risulta essere scaduto. Al momento non è escluso che il 38enne abbia voluto passare gli ultimi giorni con la famiglia (il figlio compie gli anni tra pochi giorni) prima di consegnarsi spontaneamente. Di certo, comunque, una lunga latitanza in Europa è difficilmente immaginabile: la fuga di Giacomo, insomma, potrebbe avere le ore contate.
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