In attesa dell’interrogatorio sembra prendere piede l’ipotesi che Giacomo Bozzoli non si fosse recato in Spagna organizzando in anticipo la propria fuga e la latitanza in caso di condanna. Ma che – più semplicemente – si trovasse là con la famiglia e, dopo la sentenza, abbia “perso la testa”.
A confermarlo ci sarebbero le troppe ingenuità e mosse “illogiche” commesse dal 39enne, che ora si trova ospite del carcere di Bollate per scontare l’ergastolo.
L’auto ritrovata nelle scorse ore (la Maserati Levante nera del valore di oltre 100mila euro), infatti, non era nascosta, nè era stata venduta sul mercato nero per recuperare contanti. Si trovava in una via laterale del centro di Marbella (in Spagna), a poca distanza dall’hotel in cui Bozzoli aveva soggiornato con la famiglia. Non solo: sul cruscotto sarebbe stato presente anche un pass che mostrava, ben visibile, il nome di Giacomo Bozzoli. Vedendola posteggiata per giorni in divieto di sosta, domenica 21 gli agenti della locale Polizia iberica hanno quindi contattato i colleghi della Polizia provinciale di Monza (con cui avevano condiviso un corso) per una verifica.
L’esito è noto. Ora gli investigatori sono al lavoro per “estradare” la Maserati o compiere verifiche in loco per capire se dalla vettura (al momento ancora chiusa) si possano ricavare elementi utili per le indagini su quanto accaduto tra il 24 giugno (partenza da Soiano con la famiglia), il primo luglio (la sentenza) e il rocambolesco arresto nella casa da cui era partito dopo una telefonata ai familiari (l’11 luglio).
Una delle ipotesi che avanzano è che il 39enne non avesse programmato nulla, ma che – avendo deciso successivamente di fuggire – sia tornato in Italia per prelevare i 50mila euro in contanti che i carabinieri hanno trovato in un borsello vicino al letto in cui era nascosto.
>IL RESOCONTO CRONOLOGICO DELLA FUGA DI BOZZOLI<
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