La Procura di Reggio Emilia ha ordinato perquisizioni nelle sedi diverse società pubbliche della Penisola nell’ambito di un’indagine su procedure irregolari nell’acquisto di macchinari. E tra le aziende finite sotto la lente c’è anche la bresciana GardaUno.
Con una nota, l’utility benacense spiega che “le presunte irregolarità che l’indagine solleva non riguardano lo smaltimento dei rifiuti, ma l’acquisto di macchinari” e in particolare “5 presse per compattare i rifiuti (alimentate con pannelli fotovoltaici) e 5 tricicli per la raccolta dei rifiuti nei centri storici (anch’essi muniti di fotovoltaico) che Garda Uno ha acquistato dall’azienda emiliana che è finita sotto inchiesta della Procura”.
GardaUno, quindi, spiega di aver offerto “piena collaborazione agli inquirenti”, che stamane si sono presentati nella sede, consentendolo loro di compiere “tutte le verifiche del caso rifiutando di farci assistere da legali”.
“Siamo tranquilli di aver agito secondo la legge e crediamo che la nostra posizione si chiarirà”, sottolinea l’azienda con sede a Padenghe, aggiungendo: “L’acquisto di 5 presse e 5 tricicli per la raccolta dei rifiuti (e relativa manutenzione) sono stati fatti rispettando quanto previsto dalla normativa sul Codice degli appalti. Parliamo di acquisti sotto soglia utilizzando la modalità della “manifestazione d’interesse”, prevista dalla legge: il tutto – conclude il testo – secondo quanto stabilito dal codice degli appalti”.
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